Per il periodi invernale per i neonati si sente molto parlare di sacchi nanna. A dire la verità me ne hanno anche passati 4. Quindi mi sono detta ma quando li devo usare? ????
Mi hanno spiegato che intanto vanno usati se la camera dove dorme il bambino è poco o quasi non riscaldata. Fino massimo i 18 gradi. Esistono di pesanti e leggeri e con maniche o senza maniche.
Io ne ho 4 tutti senza maniche ma 2 molto pesanti tipo piumino e 2 leggeri. La nostra camera è poco riscaldata, massimo i 18 gradi e la sua culla sarà li per i primi mesi. Però il fatto che il nostro Emanuele nasce a Marzo non so quanto riusciremo a usarlo, ma ci proviamo. ????
Comunque cerchiamo di capire perché sono così utili e consigliati.
Il sacco nanna ha la forma di un sacco, chiuso sul fondo e ai lati e dotato di comode bretelle sulle spalle, che si usa al posto di lenzuolino e copertina nella culla.
Il sacco nanna può rappresentare una comoda alternativa a lenzuoline e copertine, che, con i movimenti del bambino, possono aggrovigliarsi, coprirgli il viso o farlo scoprire, facendolo svegliare. Più il bambino è piccolo, inoltre, più il sacco nanna gli dà quella sensazione di avvolgimento e contenimento provata nella vita intrauterina. Una sensazione ancor più utile per i prematuri.
Inoltre il sacco, scelto in base alla temperatura dell’ambiente, favorisce il mantenimento della giusta temperatura corporea, evitando il surriscaldamento.
Il modello più comune di sacco nanna è quello con le bretelle, che mantiene le braccine libere. Alcuni modelli per l’inverno hanno le maniche lunghe, spesso rimovibili, così si può decidere di applicarle ad esempio quando si va fuori casa e toglierle negli ambienti chiusi. In genere sono suddivisi in varie misure, da scegliere in base all’età e/o alla lunghezza del bambino.
Sotto il sacco nanna vanno bene le normalissime tutine che si metterebbero sotto lenzuolino e copertine, dal body senza maniche alla tutina in cotone leggero o ciniglia, a seconda della stagione e della temperatura della stanza. La regola da tenere a mente è che il bambino non deve sudare e le estremità devono restare fresche.
Si può usare fino a 36 mesi.
I vantaggi del sacco nanna, quindi sono sicurezza nel sonno e sensazione di contenimento, sono concentrati nei primi tre-sei mesi di vita. Dopo questa epoca l’uso del sacco nanna dipende perlopiù dalle preferenze della mamma e soprattutto del bambino, che può vederlo come una delle abitudini e dei rituali di accompagnamento al sonno e favorire così la nanna.
Il primo Natale con la pancia. Almeno non si noterà se sono ingrassata durante le feste, e se siamo gonfie dai mega pranzi e forse i parenti la smetteranno di chiedervi, ma quando ci fate un nipotino!
Le cose positive di essere incinta a Natale:
La pancia ti aiuta a superare le file interminabili alle casse dei supermercati.
I parcheggi è più facile trovarli. In molti centri commerciali esistono i parcheggi cortesia o rosa.
I regali sono quasi obbligatori per una donna incinta, da ricevere. Anche se poi sono tutti regali per il nuovo bebè, ma noi future mamme siamo contente.
In chiesa c’è sempre chi ci fa sedere.
Non sei obbligato ad aiutare a sparecchiare dopo il pranzo, non ti devi affaticare!
Nessuno ti dirà che ti vede ingrassata!
Insomma sembra proprio che sarà un bel Natale!
Auguri a tutte, godiamocela che è solo per quest’anno!
Siamo entrati nel terzo trimestre di gravidanza, il tempo scorre velocemente. All’inizio pensi che 9 mesi siano lunghissimi e poi ti ritrovi che ne mancano poco meno di tre mesi e ti manca ancora molto da fare e da comprare. E’ proprio vero che servono 9 mesi per abituarci all’idea e prepararci.
Era un mese e mezzo che non vedevo più il mio Emanuele nella mia pancia. I progressi riuscivo a percepirli dai suo movimenti più intensi, ma volevo anche vederlo.
Purtroppo era girato con la faccia rivolta verso il dentro e se prima con l’ecografo riusciva facendo un po’ di pressione a farlo spostare ora non gli interessa proprio di cambiare posizione.
Penso che le ecografie di gravidanza più belle siano le prime, me lo dicevano ma non ci credevo molto. E’ visibile quasi completamente invece in questa ecografia del terzo trimestre di gravidanza vedi pezzi di arti, le gambe, la testa, ma non lo percepisci tutto. Inizia a rannicchiarsi siccome non ci sta più molto, ed è davvero difficile vederlo tutto. Poi non eravamo nello studio di sempre, siccome al mio ginecologo gli si era rotto l’ecografo e mi sembrava un po’ vecchiotto quello di oggi.
Il mio ginecologo dall’ecografia del terzo trimestre di gravidanza verifica scrupolosamente il battito, il flusso sanguino del cordone ombelicale e delle arterie uterine, sono importati per verificare che il bambino sia nutrito in modo regolare e non ci siano disfunzioni.
Tutto ok, ma è bene sempre controllare.
Si chiama flussimetria o Doppler è una metodica d’indagine basata sugli ultrasuoni, come l’ecografia, che permette di misurare la quantità e la velocità del sangue che circola in un determinato vaso sanguigno. Durante la gravidanza, questa metodica viene utilizzata in particolari situazioni per valutare lo stato della circolazione fetale e il funzionamento della placenta, l’organo che permette il trasferimento di ossigeno e sostanze nutritive dalla mamma al bambino. È una metodica ormai di semplice utilizzo e la gran parte degli ecografi oggi possiede la funzione Doppler.
Poi si procede a misurare il femore per sapere le sue lunghezze e la macchina che esegue l’ecografia riesce con altre misurazioni a dirci il peso. Peso e misure femore e testa, vengono sempre inseriti in una curva di crescita stampata su carta, dove si capisce se sta crescendo bene.
Durante l’ ecografia del terzo trimestre di gravidanza, il ginecologo rileva tanti valori del nostro piccolo che sono indicati generalmente con delle sigle come AC (circonferenza addominale), BDP (diametro biparietale), HC (circonferenza cranica), HL(lunghezza omero), FL/FE/F (lunghezza femore), ODP (diametro occipito-frontale)… tutte queste servono per valutare le dimensioni fetali e nel tempo il tasso di crescita per settimana di gestazione.
Emanuele pesa 1080 gr ed è lungo 38 cm, già bello grande e siamo alla 27 esima settimana di gravidanza e dalle tabelle risulta al 50 percentile nella norma con una crescita regolare.
La pancia cresce, ma come dice il mio ginecologo in tema natalizio, abbiamo un bel panettone. Siamo aumentati di 2 kg ancora in un mese e mezzo, siamo a 7 kg in totale. Diciamo che va bene perché io sono magra di costituzione.
Prima della gravidanza pesavo 47 kg. Ma non esageriamo ad ingrassare.
Poi il ginecologo ci consiglia di prenotare:
la visita anestesista da fare un mese prima del parto. Obbligatoria se si vuole nel caso scegliere il giorno del parto per l’epidurale, senza questa visita fatta precedentemente non è possibile farla. Prima della visita bisogna fare un cardiogramma e degli esami del sangue emocromo + piastrine, tutti gratuiti con la prenotazione della visita, analgesia preparto. Io sinceramente non vorrei fare l’epidurale, anzi vorrei fare il parto in acqua quindi non è possibile farla, ma vedremo poi al momento sempre meglio avere tutto.
esami mensili, urine e sangue e tiroide nel mio caso.
E ci consiglia di fare la vaccinazione contro la pertosse, tetano e differite, trivalente. Consigliata dalla 28 alle 36 esima settimana di gravidanza. Non tanto per noi gestanti, che abbiamo già fatto questa vaccinazione ma per il neonato che fino al 2-3 mese di vita rimane coperto, siccome se le prendesse in quei mesi potrebbe essere anche fatale.
Gli ultimi 3 mesi per il fisico sono impegnativi. Ma c’è anche chi accusa già dei problemi di gambe gonfie e ritenzione idrica già dal secondo trimestre.
Io non ho mai sofferto di pressione alta, anzi ho sempre avuto la pressione molto bassa. Anche le gambe gonfie non le ho mai viste. Pensavo che l’ultimo mese potevo magari avere qualche fastidio. Invece in coincidenza con i pranzi prenatalizi, ho notato il gonfiarsi delle gambe. Sicuramente la pancia è molto aumentata e le gambe possono gonfiarsi per la pressione della pancia.
Principalmente, le cause scatenanti sono l’aumento di peso, l’aumento – di circa il 20% – del volume ematico, l’ingrandimento delle dimensioni dell’utero con conseguente compressione della vena cava e delle vene iliache che portano a un rallentamento del ritorno venoso negli arti inferiori ed gonfiore degli arti inferiori. Inoltre, anche l’effetto vasodilatatore del progesterone e degli estrogeni determinano stasi venosa, contribuendo a creare ritenzione idrica, con accumulo di liquidi negli arti inferiori e i cambiamenti ormonali favoriscono il gonfiore e gli sbalzi di pressione.
Come cercare di alleviare il gonfiore:
E’ bene bere molto, fino a 2 litri di acqua al giorno aiuta davvero tantissimo a sgonfiare le gambe.
Tenere alzate le gambe o con un cuscino anche la notte
Fare pediluvio con acqua fredda e sale
Cercare di stare attenti all’alimentazione, poco sale e evitare cibo grasso.
Camminare, non stare troppo seduti, la posizione seduta schiaccia il flusso sanguigno delle gambe e possono peggiorare
Non esagerare con le camminate
Evitare di stare in ambienti troppo caldi
Portare scarpe comode
Anche la stagione conta. In estate è davvero più facile soffrire di gambe gonfie, in inverno è più difficile. Ma non è una regola siccome come si è visto nel mio caso è inverno e anch’io ho avuto problemi.
E’ sempre opportuno valutare se il gonfiore è improvviso o progressivo: nel primo caso è sempre bene rivolgersi al medico. Se i disturbi permangono per più di una settimana, non si vedono dei miglioramenti e si avvertono dolori alle gambe e forti malditesta si consiglia di consultare il proprio medico e sottoporsi ad accertamenti clinici. Comunque è sempre bene nel frattempo misurare anche la pressione sanguigna. Se la minima è sotto i 90 e la massimo sotto i 140 si può stare tranquilli e cercare di adottare qualcuno dei consigli precedenti. In caso contrario rivolgersi subito al medico, perché può essere pericoloso per il bambino.
Comunque nel mio caso la sedentarietà e la dieta dovuta a questi continui pasti abbondanti, avevano causato questo gonfiore. E’ bastato bere di più tornare ad una alimentazione normale e a camminate giornaliere che in qualche giorno mi è passato tutto. Ma non vi mento che mi ero preoccupata.
La dieta è fondamentale sia come prevenzione che come soluzione. Molte volte può davvero fare miracoli anche per chi anche prima della gravidanza soffriva di gambe gonfie e pressione alta.
Cosa è consigliato mangiare:
Non mangiare troppo. La gravidanza richiede un apporto calorico superiore al normale, è vero, ma non bisogna esagerare. Come si è visto, infatti, l’aumento i peso è uno dei fattori responsabili della ritenzione idrica.
Non eccedere nei farinacei specie quelli contenenti in pane, pizza ecc.in quanto tendono ad aumentare il gonfiore.
Evitare salati e grassi poco digeribili, perché tendono a favorire la ritenzione idrica. Si consiglia, in aggiunta, di evitare determinati cibi confezionati, in quanto contengono delle quantità di sale ignote (quindi non controllabili) e, spesso, eccessive.
Bere molta acqua per favorire l’attività renale e la diuresi.
Aumentare l’introito di cibi come frutta e verdura che sono cibi sani e favoriscono la diuresi e contengono molte fibre che regolarizzano l’attività intestinale. Inoltre, la frutta sostituisce, parzialmente, i farinacei eliminati.
Aumentare l’introito di cibi ricchi di vitamine. Le vitamine sono contenute non solo nella frutta e nella verdura ma anche nell’olio, nelle mandorle, negli arachidi, nel germe di grano ecc.
Aumentare l’introito di cibi, che sono noti per migliorare la circolazione sanguigna. Alcuni esempi di cibi favorenti la circolazione sanguigna sono: aglio, cipolla e frutti di bosco
Il nostro corpo è in continuo cambiamento in gravidanza è bene fare attenzione sempre ai nostri cambiamenti e cercare di capire la causa per non avere complicanze serie.
Talvolta, l’eccessivo gonfiore ai piedi e nelle altre parti del corpo è segno di una sindrome molto temuta dalle donne incinte, nota col nome di preeclampsia o gestosi.
La preeclampsia è caratterizzata, oltre che da una forte ritenzione idrica, anche da proteinuria e ipertensine.
La pressione sanguigna è bene controllarla settimanalmente, soprattutto l’ultimo trimestre anche il ginecologo consiglia di tenere sotto controllo la pressione perchè può alzarsi nell’ultimo periodo. Se si vuole si può andare in farmacia o io ho preferito comprarlo su amazon, il prezzo è contenuto e può sempre servire.
A molte future mamme capita di fare un’ecografia o di sentirlo singhiozzare nella pancia. A me fino ad ora non mi era mai capitato. Forse non davo abbastanza attenzione ai rumori, ma non mi sono mai accorta.
Una domenica pomeriggio ho sentito in basso verso le ovaie un ticchettio ritmico tipo orologio e ho pensato fosse lui con il singhiozzo. E’ durato tipo 2-3 minuti e ho pensato lo sentissi così basso perché lui sta sempre testa in giù.
Il singhiozzo dicono che sia un sintomo diffuso dal 3 mese in poi, ma che è possibile sentirlo dalla 20 esima settimana in poi, meglio nel terso trimestre.
l singhiozzo del bebe in gravidanza, indica che il bambino si sta preparando alla vita extra-uterina. I sussulti intermittenti dipendono dal movimento dei muscoli della gabbia toracica e si manifestano in relazione al normale processo di sviluppo dell’apparato respiratorio e del sistema nervoso. Più dettagliatamente, il singhiozzo del feto è correlato alla maturazione ed al perfezionamento dei vari meccanismi fisiologici caratterizzati dalla coordinazione dei riflessi.
O più semplicemente cerca di respirare, ma beve il liquido amniotico.
E’ un fenomeno molto comune che si risolve nel giro di pochi minuti e può presentarsi anche svariate volte. Il singhiozzo del feto è segno che l’apparato respiratorio si sta sviluppando bene.
In pratica, è come se si stesse allenando alla respirazione con i polmoni, pur non essendoci aria nel sacco amniotico. Inspirando, il feto inala del liquido che scende inavvertitamente nella trachea e viene espulso, poi, dalla bocca tramite il singhiozzo.
Nel primo e secondo trimestre, il singhiozzo del feto può essere simile ad uno sfarfallio o ad una vibrazione, meglio percepibile quando la donna sta riposando. Con l’avanzare delle settimane questo movimento diventa più complesso e segnala che il bambino sta crescendo. Il singhiozzo si trasforma così in una serie di colpetti e sobbalzi, ritmici e regolari. Di tanto in tanto, questi movimenti possono manifestarsi con una diversa modalità: più leggeri e intermittenti, a volte così prolungati, anche fino a mezz’ora.
Anche se è una cosa del tutto normale, va comunque tenuto sott’occhio la frequenza e l’intensità del singhiozzo.
In qualche caso, un aumento di tale manifestazione potrebbe indicare la presenza di un problema alla placenta o la compressione del cordone ombelicale.
Nonostante sia un’evenienza piuttosto rara, il singhiozzo del feto potrebbe segnalare un problema a carico del cordone ombelicale, specialmente quando si manifesta a gravidanza inoltrata.
A partire dalla 32 esima settimana di gestazione, se questo fenomeno si ripresenta ogni giorno, con tre o più episodi della durata di oltre 15 minuti, è importante rivolgersi al proprio ginecologo. Poiché il cordone ombelicale potrebbe essere compresso o attorcigliato intorno al collo del bambino, interrompendo l’apporto di aria.
Qualche consiglio per alleviare il singhiozzo del bimbo in gravidanza:
Passeggiare. Quando il feto inizia a singhiozzare, può essere utile camminare per la stanza. Ciò potrebbe contribuire a spostare la posizione del bambino nel grembo materno ed aiutare a rilassare il diaframma.
Bere. Il singhiozzo del feto potrebbe essere influenzato dalla ridotta idratazione della futura mamma. In tal caso, è possibile tentare di alleviare i movimenti del bambino bevendo un bicchiere d’acqua.
Fare uno spuntino. Per cercare di alleviare il singhiozzo del feto, può essere utile consumare uno snack (es. cracker, mele ecc.) o fare un pasto leggero.
Non trattenere il respiro. Una cosa che tradizionalmente le persone tentano per cercare di liberarsi dal singhiozzo è trattenere il respiro. Durante la gravidanza, questa consuetudine può essere pericolosa per il bambino, quindi va evitata.
Alleviare la tensione lombare. Per spostare il bambino e cercare di farlo rilassare.
Fino a quando non sono rimasta incinta non sapevo che l’igiene orale fosse così importate soprattutto in gravidanza.
Studi recenti dimostrano che la salute orale della futura mamma può influenzare quella del feto. E il normale decorso dell’attesa. Per questo è importante che la gravidanza preveda controlli periodici anche con l’odontoiatra. Sarebbe molto utile fare una visita dal dentista preconcezionale.
Nel mio caso io non ho mai avuto tanti problemi di gengive, solo se spazzolavo troppo energicamente.
Nei 9 mesi, a causa dei forti cambiamenti ormonali, le gengive possono modificarsi. Spesso si verificano sanguinamenti e una mamma su tre accusa la tipica infiammazione detta gengivite gravidica. L’aumento del progesterone causa un aumento della permeabilità dei tessuti e di altri fattori infettivi, portando la gengiva a non aderire al dente come dovrebbe.
I primi 3 mesi io non ho mai avuto problemi, ma gli altri mesi invece ho sempre sofferto di gengiviti e afte in bocca.
Anche aumentando l’igiene orale molte volte non mi dava sollievo. Ho chiesto consiglio al ginecologo e mi ha consigliato l’utilizzo di collutori, ma senza esagerare. Nel caso ci siano problemi di infezioni serie si possono prendere anche antibiotici, ma è sempre bene limitare.
Proprio il 4 mese mi si è infiammato il dente del giudizio, avevo molto male, poi con il Dentosan con un paio di giorni mi è passato. Ma ci sono stati mesi dove avevo afte che anche con utilizzo di collutori e dentifrici sfiammanti sono durate 3 settimane, non mi era mai successo.
Il progesterone, inoltre, facilita la proliferazione dei batteri del cavo orale e indebolisce la capacità di combatterli da parte degli anticorpi. Le gengiviti e le parodontiti – infezione dei tessuti di sostegno del dente – sono provocate da alcune tra le centinaia di specie batteriche presenti nella bocca, che prendono il sopravvento sul nostro sistema immunitario alterando la normale situazione di equilibrio tra batteri e difese.
Esiste una relazione tra parodontiti materne e il rischio di parto pretermine, ritardo di crescita intrauterina, aborto spontaneo e nascita sottopeso. Per questo la visita odontoiatrica deve essere inserita tra i controlli fondamentali in gravidanza.
È bene che la futura mamma prenda l’iniziativa, rivolgendosi a uno studio dentistico.
E’ possibile, ancor prima del concepimento concordare un calendario di visite periodiche che si protragga fino alla fase dell’allattamento.
Potrà sembrare banale, ma la stragrande maggioranza dei problemi che affliggono la bocca, anche in un periodo delicato come la gravidanza, si risolve con la pulizia.
Usare lo spazzolino in modo corretto: scegliere uno spazzolino morbido, arrotondato, per un’azione efficace, ma più delicata con le gengive.
Filo interdentale
Un movimento rotatorio delle spazzole dalla gengiva al dente rimuove fisicamente le colonie di batteri insieme alla placca.
Anche l’alimentazione è importante.
Io ho notato che quando mangiavo meno frutta e verdura avevo più problemi. Durante la gravidanza la mamma deve stare attenta a ciò che mangia. Quanto ai dolci, nessun problema a concedersi un cioccolatino a fine cena. L’importante è non masticare caramelle o bere bibite zuccherate lontano dai pasti, quando la salivazione è meno attiva e il successivo lavaggio dei denti avverrà dopo ore.
Più che altro perché in gravidanza le radiografie non si possono fare, soprattutto nei primi mesi, quindi essendo limitati i trattamenti è bene avere una situazione il più possibile serena.
Le società scientifiche americane individuano nel II trimestre il periodo ottimale per le cure dentali, in quanto il bimbo è stabilizzato.
I mesi più indicati per gli interventi chirurgici sono il 5° e il 6°, durante i quali si possono compiere praticamente tutte le comuni operazioni odontoiatriche, compresa la somministrazione degli antibiotici sicuri.
Davvero sembra una cosa stupida, ma in realtà è davvero molto importante e molto utile.
Appena si scopre di essere incinta si sognano e si vedono tutti quei bei vestitini da neonato, carrozzine, culle, tutti acquisti utili. Ma quando è il momento di acquistarli?
Di solito si iniziano i primi acquisti dopo aver scoperto il sesso del neonato, ma c’è ancora chi non lo vuole sapere o vuole prendere colori neutri, per poterli riutilizzare anche per i futuri bimbi. Anch’io ho preso i primi acquisti dal 4 mese in poi. C’è anche chi per scaramanzia, chi per prudenza inizia gli acquisti dal 7 mese.
Come mia prima esperienza penso che dal 7 mese sia un po troppo tardi, magari iniziare a guardarsi intorno già dal 4 mese, capire le taglie, i propri gusti, i budget a disposizione e che cosa serve sarebbe bene farlo un po prima.
Il primo parto è tutto una scoperta, tante cose si capiscono proprio in questi mesi. Ognuno di noi ha le sue esigenze, le sue idee e al 7 mese sarebbe tutto troppo di corsa. In più la pancia inizia ad affaticarci e diventa tutto più lento e difficile.
Sembra stupido ma solo per capire che taglia di tutine è giusto prendere per i primi 1-3 mesi e parto, mi ci è voluto un corso.
Tantissime marche anche 1-3 mesi e 00 ma non sono tutte lunghe uguali c’è chi va dai 47-56 cm o chi va dai 50 cm in su. Non lo sapremo mai con certezza quale sarà la sua lunghezza del nostro neonato, solo al parto.
Ho capito ci sono delle regole base.
Intanto sapere se è maschio o femmina aiuta tantissimo. Poi di solito il ginecologo chiede sempre quanto era il peso della gestante quando è nata, perché dovrebbe essere un peso simile anche per il nostro neonato al momento del parto.
Se i genitori sono alti nella media ed è una femmina, potrà pesare dai 2-3,5 kg e avrà una lunghezza dai 48-53 cm.
Se invece è un maschio, potrà pesare dai 3- 4 kg e avrà una lunghezza dai 50-56 cm. Si i maschi tendenzialmente pesano di più e sono più lunghi. Poi non è una regola esistono maschi anche di 2 kg.
Le taglie 00 sono per i prematuri, quindi dai 2-3 kg e inferiori ai 48 cm (di solito 46 cm)
La taglia 1 mese, dai 3-4 kg, misure 48-52 cm.
La taglia 3 mesi, dai 4 kg in su, misure 52 -56 cm.
La taglia 1 mese di solito è quel richiesta in ospedale alla nascita, ma c’è anche chi per non spendere solo per 1 mese ha portato taglie 3 mesi.
Diciamo che 3 mesi se non è un gigante, gli sta davvero troppo abbondante. Comunque verificate le taglie 1 mese perché potrebbero avere dei cm molto piccoli.
Altra regola per i body.
Se nasce in estate, manica corta o sbracciato
se nasce in inverno, consigliano manica corta per praticità, se no bisogna piegare troppo le braccia, ma ci sono anche i body manica lunga.
Meglio cotone perché la lana può irritare la pelle che è già molto delicata.
Per tutine:
cotone se è estate
ciniglia se è inverno.
Il nostro bimbo nasce il 7 di Marzo e qui se ne sente di ogni. C’è chi dice, ma nasce inizio primavera, meglio cotone. C’è chi dice fa freddo meglio ciniglia! Alla fine dopo mille consultazioni, ho capito ciniglia ma con qualcosa anche di cotone.
Un’altra cosa che mi premeva acquistare da subito era la culla. Forse sono io che avevo una fissa o forse dopo che si è saputo come vestirlo si pensa a dove metterlo.
C’è chi pensa subito di lasciarlo sempre nella carrozzina per i primi mesi, quindi non pensa a lettino o culla, ma ci penserà più avanti. Forse perché non ha spazio in casa o forse per abbattere un attimo i costi.
Per le culle anche li si apre un mondo. Lo terrai nella stessa stanza o nella sua stanzetta? Vuoi qualcosa che si sposti o di fisso? Lo vuoi moderno o vintage? Ecco perché è bene pensarci un po prima.
La nostra stanza da letto è molto piccola e la carrozzina non riesce a starci, ma una culla di piccole dimensioni di fianco al letto si. Per i primi 3-6 mesi non voglio fare mille volte nella sua stanzina, poi vorrei controllarlo un attimo di più. Quindi culla di fianco al letto, ma piccola. Ho visto mille culle, quelle proprio che si attaccano al letto, quelle con le ruote che le puoi spostare durante il giorno e quelle fisse.
I costi variano dai 100-400 € per una culla nuova e moderna.
Alla fine dopo mille cambi di idea, abbiamo deciso per una culla in vimini vintage. Costo 20 € usata, acquistata sul marketplace di facebook, senza materasso quello è meglio comprarlo nuovo a parte. Già acquistato da amazon, perfetto! Ho abbattuto i costi e ci sta perfetta di fianco al letto, non è molto grande ed è molto particolare.
inspirazione allestimento culla
la nostra culla quasi identica
Qui sono gusti. C’è anche chi ha preso il lettino e ha messo un materasso da riduttore per la culla dentro e ha utilizzato quello. Sono tutte scelte, che dovete ragionarci anche con il futuro papà, così lo rendete anche più partecipe e responsabile.
Altro consiglio iniziate a capire come organizzarvi in casa. Se vi serve il lettino, la cassettiera, il fasciatoio e il trio (carrozzina, passeggino e ovetto) come li volete, se li volete, dove e cosa acquistare.
Un’atra cosa davvero utile è cercare di capire se qualcuno vi presta qualcosa. Tra amici e parenti si usa regalare le proprie cose acquistate per il proprio bebè, che non si usano più. Gli altri si liberano e poi c’è sempre tanto gioia nel regale tante cose molte utili e poi le proprie cose, acquistate con amore. Tutti mi dicevano, ma non hai qualcuno che ti passa qualcosa?
Alla fine non pensavo, ma mi è arrivato tantissime cosine e mi sono risparmiata tanti acquisti, davvero grazie.
Voi accettate tutto poi nel caso fate una cernita di quello che proprio vi piace. Risparmierete molto e farete contenti amici e parenti. Comunque anche i marketplace di facebook o su www.subito.it è possibile trovare degli stock di usati a buon prezzo.
Soprattutto le cose dei primi mesi hanno un usura limitata se uno ha avuto 1-2 figli le cose possono essere ancora in buono stato, dispiace buttare.
C’è anche chi fa servizio di noleggio solo di vestiti per i primi mesi.
Ci sono davvero mille soluzioni anche economicamente vantaggiose, io ho budget limitato quindi ho preferito vagliare anche altre soluzioni. Poi ci sono i saldi, le offerte on line, gli outlet on line e in negozio. C’è tutto il tempo per pensarci!
Quando entri nel secondo trimestre di gravidanza, sembra che l’esame più comune e più richiesto dopo la morfologica sia la curva glicemica. Molti ginecologi la prescrivono di routine, tra gli esami obbligatori del secondo trimestre dalla 24-28 esima settimana di gravidanza.
Nel mio caso tutti continuavano a dirmi, vedrai che dovrai farla, te la deve per forza prescrivere, la fanno tutti ???? Invece non ho fatto proprio nulla. Allora ho chiesto al mio ginecologo chiarimenti in merito.
La curva glicemica è consigliata se non obligatoria a chi:
a più di 35 anni
ha un indice di massa corporea uguale o superiore a 25 ( un lievi sovrappeso)
ha avuto in una gravidanza precedente un bambino con peso maggiore o uguale a 4 kg
ha in famiglia, dalla parte della gestante, un parente stretto che soffre o ha sofferto di diabete
ha avuto diabete gestazionale anche lieve in una gravidanza precedente (anche solo aiutato da una terapia dietica)
proviene da un’area geografica in cui prevale il diabete, come Asia meridionale, Caraibi e Medio Oriente
Negli esami mensili il ginecologo prescrive sempre la misurazione della glicemia basale. Che deve essere:
non superiore a 90 mg/dL , la mia è 78/79 mg/dL, un buon valore
uguali o superiori a 92 mg/dL fanno porre da subito la diagnosi di diabete gestazionale
uguali o superiori a 126 mg/dL, si può affermare che la donna aveva un diabete di tipo I o II preesistente alla gravidanza
La curva viene prescritta inoltre se, pur in assenza di fattori di rischio, insorgono alcune condizioni durante la gravidanza:
se la donna aumenta di peso, più di 3 kg al mese
se si verifica una crescita fetale superiore al 90° o un aumento del liquido amniotico
Il mio ginecologo mi ha detto che nel mio caso io non ho fattori genetici e ereditari di diabete. Ho una glicemia di base bassa, sono magra e non sono aumentata molto di peso nella gravidanza. Quindi mi sconsiglia l’esame siccome non è neanche un esame piacevole.
Per quelle future mamme che hanno dovuto sottoporsi all’esame. L’esame consiste nel:
il test deve essere eseguito al mattino, a digiuno
la donna beve una soluzione di glucosio sciolto in acqua
dopo di che le vengono effettuati tre prelievi successivi di sangue per la misurazione della glicemia: subito dopo l’ingestione, dopo un’ora e dopo due ore
La diagnosi di diabete gestazionale viene posta in presenza di uno o più valori uguali o superiori ai limiti riportati:
Tempo — Valore di glicemia limite (per valori uguali o superiori viene posta la diagnosi di diabete gestazionale)
0 minuti — 92 mg/dL
1 ore ——– 180 mg/dL
2 ore ——– 153 mg/dL
L’esame tutti mi hanno detto che è molto schifoso, alcune hanno vomitato e non sono riuscite a farlo perché il glucosio è molto pastoso e dolce, sono 75 g di glucosio.
Se si ha il sospetto di un diabete gestazionale, possono anche consigliare di testare l’insulina nell’arco della giornata tramite la macchinetta per il test dell’insulina, per una decina di giorni. Per poi capire che cura consigliare. Se è il caso di fare solo una dieta povera di zuccheri o dare dei farmaci. Molte volte la glicemia basale è normale solo quando si mangia può alzarsi causando questi picchi glicemici.
Anche se i valori di glicemia e curva glicemica sono risultati normali, è opportuno ripetere l’esame della glicemia prima del parto, per valutare lo stato di salute della futura mamma. Soprattutto in vista di un’eventuale anestesia per cesareo.
Nel caso ci fosse il dubbio di un diabete gestazionale ci sono alcuni sintomi che sono caratteristici:
aumento ingiustificato della sete
frequente bisogno di urinare
perdita di peso corporeo nonostante l’aumento della fame
nausea e vomito (molto comuni in gravidanza e quindi poco significativi)
disturbi della vista
infezioni frequenti come cistiti e candidosi
E’ stimato che quasi 1 donna su 5 in gravidanza abbia sofferto di diabete gestazionale. I parametri fondamentali da tenere in considerazione sono: la glicemia a digiuno e due ore dopo i pasti e l’emoglobina glicata (il test che misura il valore glicemico medio degli ultimi due-tre mesi)
L’inscrizione al corso preparto va fatta dalla 20-24 esima settimana di gravidanza, dal 4 mese in poi.
Quando me l’hanno detto, ho pensato subito fosse un pò presto, siamo neanche a metà percorso!
Invece è solo l’inscrizione il vero e proprio corso inizierà gli ultimi due mesi, dall’8-9 mese o dal 7-8 mese di gravidanza.
L’inscrizione è bene farla molto prima. Così che le asl o i consultori possano organizzare con tempo i corsi e anche metterci con tutte le altre mamme che partoriranno nello stesso periodo. Così diventa non solo un momento educativo/informativo, ma anche un momento di scambio di dubbi, nuove conoscenze che fanno sempre piacere e possono essere utili.
Anche il ginecologo al primo parto ci consiglierà di inscriverci. Siccome aiuta le partorienti ad affrontare con più consapevolezza la nascita del loro bambino. Una reazione che la mamma può avere è quella di non voler sapere fino alla fine, ma invece conoscere che cosa avverrà in sala parto è uno strumento in più. Alcune future mamme siccome si sono mosse troppo tardi non sono neanche riuscite a farlo.
Un’altra cosa da decidere prima di prenotare, è se lo vogliamo fare da sole o in coppia con i futuri papà.
Per alcuni corsi non serve saperlo prima è a discrezione, può esserci o no, ma tipo nel nostro comune sono due tipologie di corsi diversi, in orari differenti.
Se si sceglie il percorso di coppia, sappiate che i futuri papà ci devono essere sempre, non possono saltare!
Noi abbiamo scelto quello di coppia, perché comunque è serale dalle 18-20 di sera quindi è comodo anche per me che lavoro fino all’8 mese.
Se invece si sceglie di svolgerlo da soli, di solito è il mattino perché normalmente gli ultimi di 2 mesi si è già a casa in gravidanza, quindi si ha a disposizione più tempo libero.
Per quanto riguarda gli ospedali grandi di solito è il proprio ginecologo che deve fare una ricetta dove ci prescrive il training prenatale. Con la stessa ricetta ci si deve recare nell’ospedale dove si intende partorire. Poi fare richiesta di persona per il corso. Negli ospedali più piccoli o di provincia, che è il nostro caso, è possibile tramite il call center o il numero per informazioni dell’ospedale, mandare una mail e prenotare senza ricetta e senza andare di persona, il corso preparto e gratuitamente.
Poi si verrà richiamati 2 mesi prima dell’inizio del corso per informarci sulle date e l’inizio del corso.
Esistono comunque queste alternative:
ticket con ricetta: dai 40 agli 80 euro circa
privatamente: 20-25 euro a incontro
corsi gratuiti in consultori di provincia
online
All’incirca una decina di giorni prima dell’inizio del corso sarà fissata una visita con l’ostetrica e una ginecologa. Dove bisognerà portare la cartellina bianca che compila ad ogni visita il nostro ginecologo. Loro guarderanno tutte le nostre informazioni per capire come procede la gravidanza e essere aggiornati su tutto il nostro percorso.
I corsi saranno un giorno a settimana. Nei comuni più grandi si può scegliere il giorno settimanale o l’orario migliore. Per i comuni più piccoli, il nostro caso, non c’è scelta quindi ci si deve adattare all’appuntamento.
Occorrente per il corso:
abbigliamento comodo
un taccuino per scrivere eventuali note
doppie calze per eventuali esercizi di respirazione e altro.
Quando inizierò il corso capiremo anche i temi trattati. Per ora mi hanno solo informato che verso la fine del corso ci sarà la visita ala sala parto e un incontro non è il caso vengano i papà.
Vi terrò aggiornati io lo inizio il 7 Gennaio!
Il marito dopo la notizia delle calze e abbigliamento comodo stava quasi per rinunciare ???? ma ormai è stato inscritto, gli ho detto; dai tanto è solo per il primo figlio ????
Appena si scopre di essere incinta il consiglio è sempre di moderare l’attività fisica se non eliminarla.
Io non sono una sportiva, a malapena faccio nuoto ogni tanto. Nel primo trimestre l’attività fisica non è consigliata. Anche se io all’ 8 settimana ho fatto 10 giorni di camminate in montagna senza strafare e non è successo nulla, anzi mi sentivo benissimo.
Nel secondo trimestre sarebbe bene fare qualcosa.
L’attività fisica, non parliamo di sport perché non è consigliato, i battiti non devono superare i 130 -150 al minuto e la corsa assolutamente sconsigliata perché può aumentare la contrattilità uterina. Ma 30-40 minuti al giorno di esercizio fisico a bassa intensità è invece consigliato.
Ci aiuta:
con il buonumore
a contenere il peso
a essere meno affaticate a livello di respirazione, il classico affanno
per il rischio di gestosi e parto pretermine
diabete e tutte le patologie che possono insorgere nella gravidanza
Con l’esercizio fisico, potenziamo la capacità respiratoria e cardiaca, permettendo al bambino di ricevere sangue ricco di ossigeno e nutrienti e di allontanare in modo più efficiente l’anidride carbonica.
Mantenersi in forma permette anche di contenere l’aumento di peso e diminuisce il rischio di incorrere nel diabete gestazionale, che comporta il pericolo di possibili complicanze per il neonato.
Sono consigliati, sempre dopo aver informato l’insegnante del nostro stato di salute:
– yoga
– posturale
– piscina per gestanti e non
– camminate
yoga è molto indicato per le donne incinta, ma va comunicato il nostro stato di gravidanza perché alcuni esercizi soprattutto con il trascorrere dei mesi e l’ingrossarsi della pancia non possono essere fatti. Soprattutto dal 3 trimestre non è il caso di piegare troppo la pancia o contorcersi, non tanto per il bambino ma per evitare strappi muscolari. La respirazione e il rilassamento è molto utile per noi e per il bambino per ritrovare il nostro equilibrio e serenità.
Io dal 4 mese frequento settimanalmente un corso di posturale. 60 min di esercizi a corpo libero per aiutare la schiena e il corpo a essere allineati. All’inizio ero un po scettica, pensavo davvero fosse una cosa per vecchi. Invece c’è gente di ogni età ed è davvero molto utile. Intanto mi mantengo un minimo tonica. In alcuni momenti ci tremano le gambe per lo sforzo, ma il giorno dopo non ho dolori anzi mi sento molto leggera. Poi il diaframma nel corso della gravidanza si alza lentamente con la crescita del pancione, andando a comprime parzialmente lo stomaco. Soprattutto ora che la pancia inizia a pesare, mi aiuta ad allentare la tensione alla schiena e alle spalle. Ci insegna anche la respirazione e la concentrazione che sarà molto utile anche per il parto. Si può fare fino al parto, con moderazione e supervisione.
Piscina è anche quella molto utile e il vero vantaggio è che nel corso degli ultimi mesi ci fa sentire anche molto leggeri, almeno per quei 60 min. Ci permette di fare muoventi che ormai fuori acqua non riusciremmo più a fare per il pancione. Oltre che essere utile anche per elasticità pelvica per il parto. Io ero interessata, ma facendo già postulare non volevo esagerare e comunque ci vuole certificato sempre ginecologo e in alcuni centri anche il cardiogramma a riposo o sotto sforzo. Anche il budget è più elevato.
Camminate a buon passo è la soluzione più economica e senza vincoli di orari. Non fatevi prendere dalla pigrizia. Io ho 2 cani quindi con la scusa che loro devono uscire cercavo di sforzarmi a fare passeggiate abbondanti.
Anche se mi accorgevo che il fiato veniva a mancare con il passare delle settimane, ma cercavo sempre di sforzarmi a camminare. Cresce il volume di sangue in circolo e il consumo di ossigeno che deve supportare, adesso c’è una doppia richiesta. Le resistenze venose, intanto, cedono per facilitare l’afflusso sanguigno verso la placenta e si abbassa leggermente la pressione venosa ecco perché abbiamo l’affanno.
E’ provato che chi ha fatto una moderata attività fisica in gravidanza, abbia riscontrato meno patologie e problematiche nella gravidanza e muoversi aiuta a tenere il peso sotto controllo e stimola il rilascio degli ormoni che infondono il buonumore non solo alla mamma ma anche al feto. Infine: avere un fisico allenato consente di andare incontro con più ‘agilità’ alle fatiche del parto e alla nascita di un bambino sano.