Allattamento

Allattamento

allattamento al seno

L’arrivo della montata Lattea

Arriva dal 2-5 giorno dopo il parto. La sera ho sentito un gran caldo al seno e al petto, poi in faccia una vampata di calore e poi anche dei brividi di freddo, era proprio l’arrivo del latte, la montata lattea. Ho anche misurato la febbre ne avevo 37.5, tutto normale dicono. Però non vi nascondo che il fatto di avere la febbre dopo 5 giorni di ritorno dall’ospedale mi aveva fatto preoccupare che non avessi preso il maledetto corona virus. Poi mi hanno detto di misurare la febbre al linguine o nell’orecchio. Se allatti non si misura mai alle ascelle e era tutto ok.

Differenze tra allattamento al seno e artificiale

L’allattamento al seno è davvero una fortuna per il nostro bimbo per la sua salute e un vero regalo per la sua crescita.

Ma capisco anche chi gli dà solo artificiale perché è più pratico, veloce da mangiare, il bimbo dorme di più è si sa quanto mangia, quindi più sicuro per stabilire la crescita almeno all’inizio.

L’allattamento al seno invece è molto più lungo, il bimbo si addormenta molte volte, per il profumo della sua mamma, il caldino del latte e del seno che lo tranquillizza. L’allattamento al seno può dare problemi di dolori al capezzolo perché di solito è attaccato male o si ha un capezzolo piccolo.

Come capire se cresce

Se si vuole capire quanto mangia bisogna pesarlo prima è dopo ogni pasto. Se poi come me fate alimentazione mista, seno e artificiale è ancora più complicato. Ci è voluto un pò per calibrarci e capire quanto e quando dare l’artificiale.

Al seno andrebbe allattato ogni 2 ore, di notte se richiede anche di più. Perché è proprio di notte che si stimola il seno a produrre di più. In pratica lo hai sempre attaccato.
Poi la tetta per lui è cibo, ma anche consolatoria, gioco, vicinanza alla mamma, protezione, si la tetta è tutto????

Da mamma quando piange e non sai più come calmarlo e cos’ha, gli dai la tetta e lui si calma subito. Alla fine sei sempre con le tette di fuori i primi mesi.

Io dicevo che stavo facendo una quarantena, dovuta al coronavirus, in topless.

Ma la fatica la si fa, per la sua salute, gli stiamo facendo un grande regalo, tanti anticorpi e tanto nutrimento.

Ogni mamma produce il latte giusto per il proprio bimbo, è davvero così.

Stiamo facendo anche a noi mamme, un regalo in salute, ci protegge da tante malattie.

Quindi il seno è decisamente più impegnativo dell’artificiale, ma più sano, quindi bisogna avere pazienza e tenere duro perché questo è un regalo che dobbiamo fare a nostro figlio, il secondo regalo dopo averlo fatto nascere???? .

Tanti giorni avrei voluto mollare con l’allattamento al seno, dopo continui dolori al capezzolo, lui sempre attaccato, pomeriggi passati sempre sul divano ad allattare, mi sono detta, basta non ne posso più, poi un bel respiro e si ricomincia.

Il bello delle prime settimane è che ogni giorno è diverso anzi molte volte da un’ora all’altra la giornata da pessima diventa bella. Pazienza è la sola parola.


Allattamento e pannolini

Anche il controllo dei pannolini è importante, devono essere almeno 7-8 bagnati di pipì è 2-3 di cacca al giorno, se si da anche artificiale la cacca può anche essere a giorni alterni, il latte artificiale li rende un po stitici.
Il colore della cacca se allattati al seno è gialla con pezzettini bianchi, ma abbastanza liquida, con artificiale rimane più solida e più scura.

Problemi al seno per allattamento


Io per risolvere i problemi di allattamento al seno, uso la crema della Medela, che serve per far guarire i capezzoli dalle ragadi o taglietti.

E comunque dopo continui dolori al capezzolo e non mi passava ho iniziato ad usare i coprì capezzoli della Medela per ogni allattamento e non li ho più abbandonati, non ho più dolore mi sono guariti i capezzoli, ed Emanuele riesce a mangiare.

I coprì capezzoli non sono ben accettati da tutti i neonati specialmente se solo allattati al seno perché non capiscono cosa devono fare, ma il mio usando già il biberon non ha avuto problemi.

Il biberon che sto usando è quello che imita la suzione del seno, sempre della Medela, si chiama Calma, gli altri biberon non riusciva a succhiare siccome è abituato alla suzione della tetta.


Poi prima di ogni allattamento mi hanno consigliato di fare un massaggio con panno e acqua calda, al seno, così da permettere al seno di svuotarsi molto più velocemente quando il bambino succhia perché attiva tutte le ghiandole. Evitando di farvi venire la mastite molto comune purtroppo.

Posizioni per allattamento

Sulle posizioni per allattare ognuno dovrebbe provare e trovare la sua posizione preferita.

Io sono partita con la posizione classica dove lui è sdraiato sulla nostra pancia e alternavo con quella chiamata rugby, dove il bimbo è posizionato di lato alla vita con la nostra pancia libera. A lui queste posizioni per le prime settimane piacevano e io riuscivo a gestire meglio, l’allattamento. Siccome sia io che lui dovevamo fare un po di pratica sull’attacco al capezzolo corretto così da non aver dolore. In questo caso usavo il cuscino per allattamento per darmi una mano.

Poi sono passata alla posizione più comoda dove lui e sopra, pancia contro pancia che mi permette di essere rilassata sul divano o sulla poltrona. E fare attenzione all’attacco naso bimbo e nostro capezzolo cosi da avere un attacco al seno corrento. Più l’attacco è corrento più l’allattamento sarà piacevole e non doloroso. Se avete dolore è sicuramente attaccato male e rischiate vi vengano le ragadi, quindi attenzione.

Integratori per aumentare il latte

In ospedale mi hanno consigliato un integratore per aumentare la produzione di latte, si chiama Più Latte dell’Umana, sono bustine, 1 al giorno. Poi la pediatra mi ha consigliato anche di fare una volta al giorno la tisana galattogena. Si trova tutto in farmacia. Ho notato che un pò è aumentato il mio latte.

allattamento al seno
Il ritorno a casa con il neonato

Il ritorno a casa con il neonato

Già al corso preparto avevano cercato di farci immaginare come sarebbe stato, ma è sempre stata confusa quell’immagine.

I miei dubbi erano capire perché piangeva e così poter soddisfare i suoi bisogni. Anche l’idea della notte e lui che piangeva, avevo dei dubbi che lo sentissi nel sonno siccome sono sempre stata una che aveva il sonno pesante. Il marito più volte usciva di notte con i cani per i loro bisogni e io non mi accorgevo di nulla.

Ecco com’èra la mia vita prima di Emanuele????.

I primi giorni non sono stati facili, Emanuele è in generale un pò piangiotto, lui si sveglia e già piange, ha pochi momenti di tranquillità a parte quando dorme.

All’inizio anche lui poveretto deve capire come funziona la vita fuori dalla pancia. Dopo 3 giorni che sono tornata dall’ospedale fortunatamente mi è arrivata la montata Lattea è stata già una vera fortuna.

Mi sono svegliata il mattino e ho guardato la mia maglietta era tutta bagnata sui seni, non capivo ho alzato la maglia e colavo come una mucca. Subito ho attacco Emanuele che non vedeva l’ora siccome era sempre stato un mangione.

Mi aveva conciato i capezzoli che mi usciva il sangue perché non usciva nulla a parte il colostro. Appena ha finito di mangiare si è addormentato per 2 ore, era in coma, penso che anche lui non ci credesse ????.

Con l’arrivo del latte e con qualche biberon di artificiale e cambiando un attimo la posizione di allattamento, pancia contro pancia in verticale sul petto, le settimane sono volate e anche Emanuele piangeva di meno perché mangiava.

La notte allattando al seno non è così tanto dura.

Basta tirare fuori la tetta e attaccarlo poi io mi riaddormento finché non finisce di mangiare e lo sdraio nel lettone di fianco a me. Ci abbiamo provato in ogni modo a metterlo a dormire di giorno e di notte nella sua culla, ma 10 min e si sveglia non c’è verso. Ci sono notti che si dorme anche 4-5 ore di fila altre che ogni ora sono sveglia che vuole mangiare, dipende. Diciamo che i primi 2-3 mesi non c’è una regola si deve ancora stabilizzare la situazione.


Le giornate volano davvero. Ok che siamo comunque in quarantena per il corona virus come tutti, ma tra allattamento, cambi pannolino e dormite, arriva sera e non ti sei accorto e molte volte neanche lavato la faccia. La cosa buona di questa quarantena che mio marito può lavorare da casa e si è davvero goduto Emanuele e i suoi primi mesi, non sarebbe mai potuto succedere senza il virus, quindi di questo lo ringrazio ????.


Ma del fatto che nessun parente abbia potuto vedere Emanuele, ma solo tramite video chat, mi dispiace molto, ma non si può avere tutto.


Comunque le prime settimana le ho passate davvero sul divano con lui attaccato al seno, ero davvero molto stanca, non avevo voglia di fare nulla.

Per 10 giorni ho dovuto comunque continuare a prendere 2 antibiotici 2 volte al giorno con punture di eparina e sciroppo per scaricarsi, tutto per l’episotomia dovuta al parto. Quindi anche fisicamente ho iniziato a sentirmi meglio dalla 3 settimana, che mi sentivo davvero di fare qualcosa, oltre curare il mio bambino.

È giusto darsi tutto il tempo per riprendersi e concentrarsi solo sul proprio neonato.

Se lui sta bene noi stiamo bene, il resto pulizie ecc.. può aspettare, non c’è fretta. E facendo così io sono stata benissimo quei famosi pianti o umore altalenante io non mi sono accorta, ero felice e tranquilla con il mio bimbo in braccio.

I primi giorni in ospedale dopo il parto

I primi giorni in ospedale dopo il parto

dopo il parto

Subito dopo il parto, si rimane per qualche ora con il proprio neonato  nudo con solo il patello, il cappellino e il proprio compagno in una stanza vicina alla sala parto. È utile controllare il neonato se respira bene se è sveglio intanto che si attacca la prima volta al seno.

A me hanno aiutato le ostetriche a capire come attaccarlo al seno. Sono momenti unici per la tranquillità dopo tutta la fatica del parto e per la novità e l’emozione di avere finalmente fra le braccia il proprio bambino.

E da lì inizia tutta l’avventura????

Dopo il neonato viene portato al nido per verificare tutti i parametri vitali e verificare la sua salute, per all’incirca 2-3 ore.

Nel frattempo la mamma torna in camera con il letto, se ci si deve alzare bisogna chiedere l’intervento di una infermiera perché si è deboli, poi io avevo fatto anche epidurale quindi potevo avere cedimenti alle gambe.

Entro le 2 ore dopo il parto bisogna fare la pipì, se non si riesce devono purtroppo mettere il catetere.

Appena si arriva in camera viene portato il cibo, perché dopo lo sforzo bisogno mangiare. Io l’ho divorato????

Poi finalmente ho comunicato ai miei genitori e amici e parenti la bella notizia????

In queste 3 ore di attesa che ritorni dal nido il proprio bimbo è bene rilassarsi e dormire un pò. Io non sono riuscita, sarà stata tutta l’ossitocina, ma non riuscivo a dormire ero ancora piena di adrenalina.

I papà tornano a casa e ha inizio la prima notte con  proprio bimbo.

Emanuele è arrivato alle 2 di notte, dormiva, mi hanno fatto vedere come allattarlo e non ha pianto molto, i neonati sono anche loro stanchi. Anche per il neonato è uno sforzo.

Io non riuscivo ad alzarmi per i punti è così lo allattavo a letto, diciamo che la prima notte è andata abbastanza tranquilla.


Ormai in tutti gli ospedali se si fa parto normale c’è il roaming, il bimbo è sempre in camera con la mamma.

Il giorno dopo arrivano presto a svegliarci, Emanuele aveva dormito nel letto con me. Mi fanno vedere come cambiarlo, lavarlo e medicare il cordone. Mi danno un suo quadernino dove devo scrivere ogni qualvolta lo allatto, fa la pipì e la cacca.

I primi giorni la cacca è molto scura e appiccicosa è il meconio, sono tutte le sostanze che ha assunto nella pancia.

Bisogna controllare che i primi giorni deve fare almeno 1-2 cacche al giorno e 3-4 pipì.

I patelli della Pampers dei primi giorni, hanno una striscia esterna in mezzo che si colora di blu quando ha fatto la pipì, siccome essendo bianca la pipì molte volte non è facile capire.

Mi viene spiegato come allattare, le varie posizioni per attaccarlo bene al seno. Ma lui non è molto convinto si innervosisce subito perché non esce molto ora, c’è solo il colostro, ma deve succhiare per averlo.

I primi giorni scorrono tra poppate, cambi e riposo quando si riesce e ne approfitto quando c’è il papà.

in ospedale dopo il parto

Non è facile perché Emanuele inizia a essere affamato, la montata Lattea non mi è ancora arrivata, arriva dai 2-5 giorni dopo il parto, se si stimola abbastanza il seno. I capezzoli siccome non riuscivo a stare seduta per i punti iniziano a essere doloranti e anche allattare inizia a essere molto doloroso. Ma se non lo attacco lui piange e non fa arrivare il latte.

Alla fine siccome Emanuele piangeva sempre mi hanno dato un piccolo rimbocco giornaliero di latte artificiale, per cercare di calmarlo.

Intanto mi consigliano una crema per alleviare le ragadi al seno, della Medela, va meglio.

Ho davvero assillato il personale del nido a farmi capire bene come attaccare bene al seno Emanuele. Lui appena lo avvicinavo piangeva e non si attaccava, finalmente con il loro aiuto abbiamo trovato una posizione dove lui era calmo e si riusciva ad attaccare, anch’io ero più serena. È importante perché appena vai a casa sei solo e devi sapere come fare.

Non sono stati giorni facili perché io ero molto dolorante dal parto, avevo attaccato sempre le flebo e avevo sempre in braccio Emanuele, solo sdraiarsi a letto con flebo ed Emanuele era un’impresa.

Ma ogni giorno va sempre meglio, bisogna tenere duro e andare avanti.

I giorni dopo vi farà male tutto come se aveste fatto un mese di palestra, ogni muscolo era dolorante per lo sforzo.

Dopo visita di controllo mia e di Emanuele, dopo 48 ore dal parto, si può tornare a casa.

E così è stato ????

culla neonato
Il mio parto

Il mio parto

Ognuna di noi nei 9 mesi che ci dividono dal parto, si fa un’idea di come vorrebbe succedesse o di come pensa succeda.

Io mi ero fatta tutta un ” film”; parto in acqua cercando di evitare epidurale. Arrivare a termine e un giorno svegliarmi con delle contrazioni che non avevo mai provato o meglio rottura delle acqua di notte e subito parto.

Invece la cosa che ho imparato è stata che già il parto è un scelta dei nostri figli.

Loro decidono come venire al mondo, quando e dove.

Il mio parto alla fine è stato indotto.

Siccome una settimana prima della scadenza facendo l’ultima ecografia di controllo con il mio ginecologo, si è accorto che Emanuele non era cresciuto come doveva nell’ultimo mese. C’era stato un rallentamento di crescita. Secondo lui dovuto alla placenta che stava invecchiando e non passava più il nutrimento come doveva.

Quindi il ginecologo ha cercato di indurmi il parto cercando di rompermi le membrane. Inserendo le dita fino al collo dell’utero, ma era tutto chiuso.

Quindi siamo arrivati il giorno prima del giorno del termine il 6 marzo, senza neanche un dolorino.

Mi ricordo di aver vissuto molto male questa ultima visita perché mi ha parlato subito di parto indotto e io come ho spiegato prima avevo un’altra idea. Mi sono fatta una serata di pianti, poi ho capito che l’importante era che Emanuele stava bene.

Il giorno del ricovero per induzione è arrivato.

Con valigia e marito dovevamo presentarci in ginecologia alle 15 di pomeriggio. Visita per capire lo stato dell’utero, che era abbassato solo di un 30℅ e monitoraggio. Veniamo fatti accomodare in stanza e alle 18 richiamati per iniziare con l’induzione.

Per cercare di accorciare e dilatare il collo dell’utero, mi viene inserito un palloncino con cannula alla base dell’utero con dentro ossitocina. Deve rimanere per 12 ore. Nel frattempo il marito va a casa e potrà tornare il mattino successivo per vedere la situazione e capire se si può andare in sala parto.

La notte la passo sveglia con tanti dolori e contrazioni.

La mattina alla visita l’ostetrica dice che eravamo messi molto bene già dilatati di 5 cm pronti per entrare in sala parto.

E cosi alle 9.30 del 7 marzo il parto può iniziare.

Tutti confidavano nel fatto che avendo già una bella dilatazione avremmo fatto veloce.

Procedono con la rottura del sacco amniotico e quindi perdita delle acque, tramite un bastoncino, non ho sentito nulla. E si inizia con ossitocina in vena.

Le contrazioni iniziano ad arrivare più forti ma poco ravvicinate, quindi si aumenta ossitocina. Alle 14 eravamo solo a 8 cm ma non mi dilatavo di più. Allora aumentano ancora ossitocina e iniziò a soffrire troppo le contrazioni e a capire che sono già provata e chiedo epidurale. Mi viene fatta, sto meglio ma devono aumentare ancora ossitocina.

Arrivati a 9.5 cm inizio a sentire ancora che non c’è la faccio più, chiedo un rinbocco di epidurale.

Ora siamo pronti fra poco per spingere.

Arrivati a 10 cm e con forti spinte inizio a spingere sono già le 7 di sera. Mi dicono di urlare, io ero silenziosa, dicono che le urla aiutano le spinte. Ho sempre pensato che non avrei fatto troppi versi. Invece per le mie urla son venute tutte le ostetriche delle sale parto a vedere????. Alla fine non avevo più la voce e per le spinte avevo tutti i muscoli delle braccia doloranti. Tante spinte, la testa si vede, ma è posizionato male. Cercano di farmi girare un po di qua e un po di la per aiutarlo a uscire giusto, ma non c’è verso, lui guarda in su per capire cosa succede. ????

Mi dicono che è un capellone. Il marito lo vede bene mi dicono che ancora qualche spinta ed esce.

Ci siamo, sta per uscire le ostetriche si preparano con tutte le cose sterili e carrelli per la nascita.

Una spinta e sento uscire la testa e mi dicono di aspettare, altra spinta il resto del corpo.

Sento il suo pianto, lo vedo, un ranocchietto bellissimo, capellone con occhi azzurri. ????

Subito sul mio petto, con il cordone ancora attaccato. Si calma è tutto morbido e profumato, anche se non l’hanno lavato solo asciugato. Tutto nudo è bellissimo!

Non ci credo che abbiamo fatto un bimbo così bello! ????Il dolore finisce improvvisamente e subito tanta tanta gioia. ????

Intanto che mi ricuciono come un pollo, ci godiamo il nostro cucciolo. Alla fine la sua posizione di uscita mi ha creato un episotomia di 3 livello, in pratica mi ha squarciato tutta fino al sedere. Ma non sento nulla.

La gioia supera ogni dolore e difficoltà. Alle 19.20 del 7 marzo 2020 viene al mondo un bimbo bellissimo, Emanuele, 2920 g.

è nato

Il marito gli ha taglia il cordone.

Tutto bene è sano e io sto bene. ????


Ringrazio le ostetriche e il personale che sono state bravissime super disponibili e hanno reso tutto sopportabile.

Importante ho notato la respirazione e capire i propri limiti.

E ora inizia un altro capitolo della vita. ????

Il corso preparto

Il corso preparto

Come vi avevo già accennato mi sono inscritta mesi fa al corso preparto. Abbiamo scelto la modalità di coppia, così che anche il marito poteva essere più coinvolto e partecipe alla nascita.
Il corso si è sviluppato in 8 incontri, dove una psicologa è una ostetrica spiegavano e rispondevano alle nostre domande e dubbi.

Nel nostro caso è stato fatto al consultorio di un paese vicino.

Eravamo 10 coppie, 6 aspettavano delle femminucce e 4 maschietti.

All’inizio eravamo tutti molto timidi e timorosi. Difficile che qualcuno facesse domande, se non sollecitato. Le sedute erano serali e settimanali.


I temi trattati sono stati

  • preparare la valigia per il parto: tutto l’occorrente per il te e il tuo bimbo
  • sento e mi faccio sentire già nella pancia: comunicare con il neonato già nella pancia
  • travaglio, dolore e analgesie per il patto: come affrontarlo e saperlo gestire
  • parto e prime ore di vita: respirazione, posizioni e cosa fare dopo il parto
  • visita sala parto: molto utile, in ospedale
  • allattamento: le posizioni, l’importanza di allattare al seno
  • quando torniamo a casa: cosa fare e cosa aspettarsi

Il corso è stato molto utile ci ha insegnato davvero tante cose.

Soprattutto a essere un po più sicure è competenti come mamme e genitori. A sapere cosa serve, cosa fare al parto e dopo.


Come è fatto il nostro corpo, il nostro utero e il nostro bimbo. Cosa aspettarci delle nostra nuova vita con il bimbo e come affrontare le prime settimane.


In molti quando ho detto che partecipavo al corso mi hanno quasi scoraggiato, mi hanno detto, ma non serve a nulla.

Invece penso sia stato molto utile. Abbiamo creato anche il gruppo via wwp per le mamme e siamo diventate tutte molte unite e ci sentiamo molto spesso per confrontarci per dubbi e per supportarci.

Il supporto anche psicologico è importante perché è proprio vero che la mente può fare miracoli soprattutto in questo momento delicato del corona virus. Dove purtroppo si ha poco supporto pratico da parenti e amici essendo tutti in quarantena e non potranno neanche godersi il bimbo fino alla fine della quarantena, ma sentirsi e sapersi vicini è molto utile.

Quindi se avete l’opportunità di fare questo corso, fatelo!